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Le sabotatrici dell'ordine

di Franchetta Borelli

Le sabotatrici dell’ordine è una raccolta di storie che nasce dal vagabondare

sul e nel Parco Michelotti (Torino), dal desiderio di esplorare l’esistenza  multi-specie e indecorosa

delle piante che si affermano tra spazi inosservati della città, e dalla volontà di riscoprire la forza politica delle parole. 

Abbiamo allora provato a vivere il disordine, con la complessità dei corpi, dei luoghi e dei tempi,

abitando l’incompletezza generativa

della realtà socio-ecologica.
Le sabotatrici dell’ordine è dunque un impegno a stare e a perdersi
nel presente, è un testo, intenzionalmente inconcluso, è uno spazio
da attraversare dove muoversi e fermarsi liberamente, uscendo
dagli itinerari classici della lettura.

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Franchetta


Franchetta Borelli è una donna del secolo 1500.

Sappiamo di lei che era bella, ricca, che non era sposata e che aveva una profonda conoscenza erboristica;
sappiamo che con sagacia e sensibilità sapeva apprezzare ed
utilizzare le erbe per le necessità della vita quotidiana sua e degli altri. Negli anni lontani della caccia alle streghe bastava poco a farnascere il sospetto: per tante donne il sospetto divenne condanna per stregoneria poi ancora tortura e morte atroci.

Proprio come nel processo che si svolse a Triora nel 1588.

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Franchetta Borelli è stato il nome di un’esperienza collettiva,
che spontaneamente è nata attorno al parco Ignazio Michelotti. Quando questa esperienza ha avuto inizio, il parco viveva in quello stato di sospensione misteriosa e feconda, che seguita l’abbandono di qualsiasi forma di interessamento da parte dell’essere umano. Lo spazio si re-inselvatichiva all’interno di un recinto chiuso, anzi recluso a chi non aveva l’ardore e l’ardire di entrarci per sua curiosità personale. Questa plant-zine racconta una parte di quello che ha visto, annusato, sentito e pensato chi ha
avuto la fortuna o ha scelto di inoltrarsi nel Michelotti

dimenticato e, perciò, selvatico.

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Le sabotatrici dell’ordine sono specie erbacee infestanti e caparbie. Nostrane ed esotiche, non importa: sono tutte viaggiatrici senza confini, strateghe e abili tessitrici di opportunità.


Sono piante note alla storia, alle leggende e alle verità popolari; alcune sacre, altre meravigliosamente profane.

​

Tra loro si fanno spazio anche i semi di quegli alberi che furono piantati per creare viali e parchi fruibili dalla popolazione, ora rinascenti nella nuova terra abbandonata senza più̀ schemi di piantumazione.

Le Sabotatrici dell'ordine: Chi siamo
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Le Sabotatrici dell'ordine: Citazione

Vagabondaggio

LA PLANT-ZINE È LIBERAMENTE SCARICABILE

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Plant-zine

Le geografie dell’abbandono offrono la possibilità di esplorare il paesaggio non solo come un artefatto culturale, ma anche come uno spazio dove si materializzano tensioni tra forme di vivente, che creano ripetutamente nuove alleanze tra animali e vegetali.

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Franchetta Borelli

La immaginiamo come uno spirito libero, intelligente, generoso e abile, così tanto da attirare su di sé quella mancanza
di fiducia e quell’isolamento che la non-appartenenza ancora oggi suscita.

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Extra!

Viaggiando nell’aria o tra gli anfratti della
terra, entra in scena il selvatico. Il selvatico scavalca, occupa, mette radici e crea l’humus per supportare la vita e la morte.

​

I selvatici si prendono l’incolto.

Le Sabotatrici dell'ordine: Di cosa ci occupiamo
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